178 V Albania e l'opera di G. De Rada nelle altre lingue, dove però essa è opera di varie generazioni e di una schiera di ingegni, gli presentava ostacoli e difficoltà inaudite, che spegnevano spesso l’estro, il quale alcune volte, più potente di esse, le fiaccava vittoriosamente, nella letizia dell’anima. Il linguaggio letterario e poetico nel De Rada è tutta una creazione: di qui spesso l’oscurità de’suoi pensieri, la difficoltà insuperabile di coglierli interi e perfetti. Le contrazioni, le elissi, le inversioni, lo scambio della declinazione indeterminata con la determinata, i locativi spesseggiano, e l’indole sintetica della lingua con i suoi pochi casi, pochi tempi e pochi modi, i vocaboli con la com-prensività dei loro significati acquistano una rapidità e una concisione, che determina anche la qualità dello stile, colorito e vigoroso, e, ne’ canti più pregevoli, or incisivo e scultorio, or blando e carezzevole, or rumoroso e sonante, ora magnifico e solenne, che la lingua italiana, arricchita da’ tanti suoi scrittori famosi, riesce appena a pareggiare e rivestire di sua potenza. Vi son tratti che paiono musiche maestose e gorgheggi trillanti di usignuolo e fragorose bufere e lampi striscianti nelle tenebre notturne e mollissimi suoni arpeggianti. E un uomo solo ha dato nervi e muscoli a questa lingua e l’ha ricreata e l’ha resa vivente.