Cap. VII — Lo “ Specchio di Umano Transito „ 135 bo e perizia di stile ; ma nella traduzione del poeta restano invincibili e riescono d’inciampo continuo e sgradito all’in-telìigenza del pensiero e all’effetto estetico di esso. Sopratutto nuoce all’insieme la ridondanza discorsiva d’intere parti e le considerazioni d’indole morale e politica, che avviluppano il racconto e opprimono la poesia, questa poesia specialmente, che ha carattere intimo ed aristocratico. Ma il poema, se non nella sua forma esteriore, nella sua concezione è un vasto dramma, con note tragiche potenti, che si potrebbe scomporre in una magnifica tetralogia, ciascuna parte della quale s’incarnasse in un protagonista, Serafina, Bósdare, Evòda, Paraìle, cioè la donna dai moti dell’animo inestinguibili, che, per cieca ubbidienza al padre, passa, crudele, sopra il suo amore, e lo doma; il guerriero altero e incontaminato, che cade nella colpa e viene colpito dal fato; l’albanese rinnegata, che trova la felicità nelle braccia dello straniero, e, vinta, viene arsa col suo pargoletto; l’amante che offre il suo cuore a un cavaliere miscredente e che, perseguitata dal suo cupo destino, da sè si toglie la vita. È una poesia dalle tinte fosche e terribili, che precipita nell’abisso della nullità della vita chi la medita, e cui indarno s’intreccian concezioni rosee e delicate, sfolgoranti di luce e di amore. Essa fa l’effetto delle creazioni più tetre e potenti e delle tragedie più cupe. La terra vi si rabbuia e ciò che vi circonda vi jjare come un cerchio di ferro freddo e immobile, che d’ogni banda vi serra d’intorno solitario e la cui sola presenza, nella rigida mole, v’annulla. Di qui il suo titolo Specchio di Umano Transito, ossia riflesso delle passioni che agitano la vita caduca e transitoria, l’amore verginale vinto e depresso dalla ragion di stato ; il fato che vi raggiunge e addenta; la violenza contro l’onore colpita dal fulmine; il rinnegamento della patria punito di morte crudele. Il personaggio che forma il pernio del poema è una donna, Serafina Thópia, duchessa di Arta, che ama di a-