Gap. IX — Caratteri de’ poemi 153 canti popolari spesso hanno forma drammatica, e per parlare con più esattezza, dialogica, che è comune anche alle produzioni popolari degli altri paesi. Ora, posto questa premessa, era facile scivolare nella conseguenza in cui il poeta è scivolato, cioè conformare esteriormente i suoi poemi alla foggia de’ canti popolari. E ciò nocque alla pienezza della narrazione, perchè il dialogo, che, nelle poesie popolari, servendo alla legge di verosimiglianza, offre sconnessione e negligenza, diviene, nell’ epica e nella lirica individuale, impedito e scordante, spesso inesplicabile e manchevole d’ogni chiara successione di pensiero. ni. Nota dominante del suo ingegno è la potenza della divinità, che, come ho notato altrove, lo trae ad una eccessiva sovrabbondanza di pensiero religioso, il quale si trasmuta in pensiero ascetico, che invade tutte le sue opere, così poetiche come prosastiche, cosi politiche come linguistiche. Anche questo fenomeno ha cause molteplici : l’atavismo, essendo egli, per una non breve serie di sacerdoti, che uscirono di casa sua, di sangue levitico: gli studi biblici e in generale ecclesiastici, a cui lo traeva, con voluttà, la sua innata inclinazione ascetica; finalmente l’educazione che ebbe nel seminario albanese. Ma a questo sentimento puro e schietto egli dovette anche lo slancio della sua ispirazione e la freschezza e originalità delle sue concezioni e delle sue immagini. Lo studio della Bibbia lasciò in lui orme incancellabili. E come Dante trasse dalla Bibbia larga materia di ardita e possente poesia, cosi il De Rada infiorò della verginità e pompa orientale di essa le sue creazioni. In mancanza del fato, che avea elevato la tragedia greca alle vette del pensiero, egli pose a piedistallo delle azioni umane le varie manifestazioni teocrati-