88 L'Albania, e l'opera di G. De Rada epoche differenti. La composizione si estende dal 1837 al 1879, cioè nello spazio di 42 anni. Precede ciascun volume un’epigrafe dell 'Aiace di Sofocle, che vorrebbe dare l’intonazione all’opera, e che veramente non concorda con l’insieme della contenenza poetica (1). Segue una prefazione in italiano piena di alti sensi, ove sì dà ragione delle poesie. In testa al libro IV v’è una nuova prefazione, ove il poeta si giustifica delle accuse mossegli rispetto alla struttura delle diverse parti del poema, e in fine al libro IV il giudizio del Tommaseo intorno al Milo-sào. Termina l’opera il giudizio di G. G. Carnet. Nella successione degli avvenimenti, che sono narrati nel poema, non è osservato l’ordine cronologico. Per esempio gli avvenimenti dei libri I-IV si susseguono nello spazio di sei anni, dal 1418 al 1423. Ma nel libro V, storia I, si salta repentinamente al 1439; nella storia II dello stesso libro si discende al 1430; nella III storia si salta di nuovo all’anno 1439. Poi dal 1439 e 1440 si salta all’anno 1443 colla storia VI del libro IV, e nella storia I del libro V si ritorna di bel nuovo al 1439 (!), dopo un altro balzo nel 1444 per ridiscendere stranamente nientedimeno che nel 1420. Un’esposizione continua del contenuto dell’opera è impossibile per l’assenza di ogni continuità e unità d’azione e, qua e là, per l’inesattezza storica e cronologica. Il tempo entro cui si svolgono gli avvenimenti, comprende venti-sei anni, dal 1418 al 1444. I luoghi sono i più varii: Asia, Chimàra, Croia, Iànina, Scùtari, Alta, Media e Bassa Albania, Adrianopoli, Scùtari d’Asia, Dibra, Arta, Bogdònia, Mirdittia, Monte Tauro, Blbassàn; in tutto 18, che s’avvicendano in 32 tra canti e storie- (1) L’ epigrafe è : « O figlio, sii del padre più felice e nel resto lo somiglia. Veramente di te lio anche or invidia, dacché tu nulla senti di questi mali». Pare che si possa ricavare quest'idea: Gli Albanesi sono un popolo grande ma sventurato, e nessuno conosce i suoi dolori. — Ma sarebbe un’idea troppo riposta e nascosta.