CAP. XI. Versificazione i. In questo esame dei poemi del De Rada trovo ragionevole discorrere anche della forma metrica, in cui essi sono stati composti. La metrica albanese è, in parte, come la classica, connessa alla lingua, o più esattamente,, alia fonologia, cosa tutt’ altro che fissata. In fatto di alba-nologia si è discusso, più o meno sensatamente, di tutto;, ma della metrica non trovo alcuno che abbia trattato con larghezza. I Tedeschi, che ci hanno dato buone opere storiche e filologiche, non osarono affrontare il problema, che si presenta irto di difficoltà e di punti interrogativi. Il poeta stesso nelle sue opere non s’è ricordato che, tacendo della metrica, lasciava una lacuna, che altri non era forse in grado di colmare; poiché non bastano le poche osservazioni, che egli vi dedica nella sua Grammatica (1). Nè valgono meglio le scarse notizie, che ci dànno lo Schirò e il Camarda (2). Per ragionare convenientemente della versificazione occorre una conoscenza larga di tutta la produzione poetica del mondo albanese, il che è assai difficile per la vastità di paese, in cui si è svolta l’attività poetica di questo popolo, per la mancanza di un’opera, che innanzi al De Rada avesse fermato, con la sua autorità, il (1) De Rada, Car alter i e Grammallca della ling, alb., p. 15. (2) Camarda, Appendlce alia. Grammalologla, Disc. Prelim., p. XIX. Sciiiro, Raps, Alb., Pref., p. XI.