Ccip. XVII — Scritti filologici 253 mai, da Ecateo di Mileto, da Erodoto e Dionigi di Alicar-nasso Ano al Niebuhr, al Grote e al Curtius, ha detto la savia parola su questo popolo misterioso? Chi mai, se la critica storica, dopo tante conquiste, dopo tanta luce e in possesso di tanti mezzi, trattata da uomini, cui riverisce ed onora il mondo scientifico, incapace a discovrir la faccia del vero, ha chiuso, per ora, il gran libro nella sua inanità, decretando la propria impotenza? Nondimeno una gente preellenica dovette esistere, e dovè naturalmente parlare una favella: si chiami essa autoctona, si chiami pelasga od aria, non importa molto alla scienza: ricercare i vestigi di essa, sconnetterli a quelli delle razze protostoriche e storiche, indagarne la vita, esplorare le loro successioni etniche attraverso le fila tenuissime, ma non ancora in tutto logore, della lingua; ecco l’opera vasta cui una forza collettiva, operosa per lungo ordine d’anni, dovrà condurre alla sospirata scoperta. Che gli Albanesi siano discendenti dagli antichi Pelasghi ancora è da dimostrare, ma parimenti è da dimostrare che non siano. Che c’ è un popolo che si chiama albanese, il quale presentemente occupa le sedi che, a memoria degli antichissimi scrittori, occuparono i Pelasghi, è un fatto, di cui non è lecito dubitare. Che gli Albanesi discendano, come inclina a credere la critica, dagli lllirii, è un altro fatto, che, a mio parere, non è da mettersi in dubbio. Che gl’ lllirii siano antichi, incontrandosi memoria di essi fin dal III secolo a. C., è anche un altro fatto storicamente sicuro. Che gl’lllirii siano, etnicamente, connessi con gli Epiroti, i Macedoni, i Traci, i Daci e i Goti è un’opinione, che venne già espressa dagli antichi e che va ognora acquistando terreno. Che fra i Traci e i Frigii ci fossero rapporti di parentela si potrebbe, se non agevolmente, con un po’ di buona volontà e con metodo essenzialmente scientifico, dimostrare. Che infine i Frigii siano di razza ariana è una