Cap. XVIII — Scritti grammaticali 287 la semplicità e la chiarezza esigerebbero che non s’inventassero altri segni. Tra i segni diacritici mi pare ottimo quello dell’ e (8) (gapèt, aperto, gapiini, aprite), e accettabile quello dell’« nasale (fi), dell’« spirante (s), che però sarebbe meglio ripristinare nell’s/i. L’r doppio iniziale e finale sarebbe da esprimere con segno particolare, che non dovrebbe essere f, che s’usa da taluni, la figura del z duro (zh nel De Rada) sarebbe preferibile sostituirla, per esempio, con » e con dh il s che indica nelle opere del De Rada il d dolce (p. e., odóre). Il c dovrebbe servire solamente in unione con e e con i, ove dà suono palatale, e in fine di parola, ove ha suono schiacciato (es. klic, chiave), nel qual caso dovrebbe essere distinto da un segno speciale, p. e. 9; in altri casi sarebbe necessario sostituirlo sempre col k gutturale forte, che dovrebbe essere distinto dal k intaccato dal j parassito (kjàn, piango, kazlkj, capretto); il g schiacciato, che è raro, distinguerlo dal g duro con un segno diacritico (1). I dittonghi sono pochi: ua in mùar è unisillabo ; solo in poesia si può rendere bisillabo. Lo stesso si dica di dióp, (1) Tra gli alfabeti recenti, quello del Cremonesi (Nuova Albania, 1,10, 4), è quello che più s’avvicina alla semplicità, di cui si va in creca, sebbene io dissenta con lui in qualche segno (p. e k gutturale sordi, che egti prò -pone di scrivere 55, senza alcuna plausibile ragione pratica o scientifica), e nell’ordine fono-fisiologico, con cui ha disposto nel suo quadro i segni, e sempre per ragione di semplicità e opportunità. II Congresso albanese, tenutosi a Napoli nell’aprile del 1001, ha conferito l'incarico della definizone dell’alfabeto a una Commissione di professori dell’istituto Orientale di Napoli. Ma a me pare che nulla di veramente pratico possa risultare dagli studi della Commissione, se i suoi componenti non studiano la fono-fisiologia albanese in Albania. E quando ciò avvenisse, è superfluo ricordare a que’ valentuomini, che altro è un alfabeta scientifico, ed altro uno pratico e razionale. Alla distanza di oltre un anno la Commissione o alcuno de’ componenti di essa, ancora non ha fatto di pubblica ragione i risultali de’propri studi. Forse essi saranno pubblicati nella grammatica dello Schirò (uno della Commissione), di cui si annunzia imminente la pubblicazione.