Cap. XII — Sofonisba 193 balzati incisivi e scultori i lineamenti del deputato moderno, che, innanzi alle perigliose fortune della patria, non della patria si occupa e preoccupa, ma di sè e del suo materiale vantaggio. È una scena aristofanesca di un effetto esilarante, ma contraria alla storia, consona però al-l’opinione bassa e vile che il poeta, aristocratico convinto, ha della democrazia. L’azione, da per se stessa lenta e scarsa d’interesse, è ritardata dall’acutezza del pensiero, che non di rado diventa sottigliezza e si perde nelle considerazioni della vita e, ne’ filosofemi. Ma frequenti raggi di luce si sprigionan qua e là da quelle scene, che additano un pensiero originale e profondo. Vi sono sentenze degne di Euripide. “ Giove, occupato, dice Massiva, delle cure del mondo e degli astri innumeri della notte, lascia agli uomini fare il loro libito, e sempre poi l’uno rompe i passi dell’altro „ (p. 10). E più giù il principe, nell’abbandonare, sdegnoso, il Senato, dice : Asd. — Il cielo è annuvolato : lo scirocco sommuove le onde sin dagli abissi. (Ritirasi, va alla mensa ed assaggia il vino). Cadhela, il vino è stato annacquato. Cad. — Che ne so io? Comprollo Cleone, questa mattina. Asd. — E Cleone dov’ è ? Cad — Quando eravate al tempio (senato) uscì e non è tornato ancora. Asd. — Per questo, che ha adulterato il vino. Ma la colpa è tua, Anna. Io te l’imposi replicatamente di non mandare quel miserabile a spendere in piazzza. Cad. — Eppure egli, schiavo, si aggira per la città, libero. asd. — Quest’oggi non gli date pane. E tu, Anna, poni mente che te il dico di nuovo: non mandare lui più per niente, fuorché alla farmacia, perchè ei lecca tutto. CAD. — E che lingua scioglie! Se l’udiste, in mezzo al popolo! Lo chiamano... l’ho dimenticato.... sì, lo chiamano Gambetlùnta. Si mette un abito forestiero e pare un signore, e perora i cittadini che l’odono : specialmente i ragazzi lo circondano a bocca aperta. asd. — Perora i cittadini ? (torna alla finestra). E perchè lo chiamano Gambettùnta? Cad. — che ne so io ? asd. — Anna, l’uragano sopravviene. Possa la nostra nave, che torna dalle Baleari, non trovarsi a mezzo mare questa notte (torna e siede a tavola). il archi anò. L'Albania e l’opera di G. De Rada 13