Cap. IX— Caratteri de' poemi 151 a sovraccaricarli di colori, e renderli pesanti, senza azione e movimento. Alquanto più mosso è l’insieme della tela di Serafina Thópia ; ma quel po’di movimento, che ha tentato di imprimervi il poeta, ha reso le azioni languide e sconnesse, nè è riuscito a conseguire la mobilità del racconto, che anche qui manca o compare a sbalzi. Lo Skanderbeg e La caduta della Reggia d'Albania (il quale ultimo poema non è se non un tentativo di azione epica stralciata dal primo), sono poesie, che partecipano dell’epica, della drammatica e della lirica con intermezzi didascalici. Ma rigorosamente parlando non v’è ne’due poemi un canto solo, che abbia vera e decisa intonazione epica se pure non sì vuol ritenere per tale la giostra di Skanderbeg, l’arrivo delle navi turche alle coste dell’Albania e la battaglia di Scùtari, la quale se manca di azione rapida e concitata, ha intonazione magnifica e grandiosa. Nè il giudizio muta dinanzi allo Specchio di Umano Transito, dove, se il poeta ha tentato di dare unità alle sue creazioni, senza riuscirci compiutamente, la narrazione è povera e con scarso movimento e, ad ogni modo, il tuonar del cannone, il fragor delle armi e lo squillar delle trombe si ode solo da lontano. n. Carattere peculiare di queste poesie è anche la drammatizzazione, che il poeta tentò di ottenere col dialogo. A me questo pare un vizio assai grave, che nocque alle concezioni del poeta, scemando ad esse perspicuità, naturalezza e vigore. E in essa egli è stato così pertinace che 1’ ha mantenuta dal principio alla fine delle sue produzioni poetiche. Veramente una tendenza al dramma l’autore l’ha rivelata più volte, come vedremo qui innanzi nella Sofonisba. Ma la sua tendenza drammatica appare più evidentemente dal genere delle sue creazioni, che rivelano insito nell’animo del poeta una disposizione, anzi una predile-