204 L’Albania e l'opera di G. De Rada Letterariamente parlando il loro pregio più incontestabile è una grande originalità di concezione, una verginale freschezza di immagini e un potente sentimento di amore e di odio, di gioia e dolore (1). Storicamente la loro impor- (1) Riporto qualche saggio dalla traduzione del De Giiazia, indi qualche altro, da me recato in prosa italiana : i. Un padiglione alzarono Mani di bianca fata E le tendine intessero Di seta delicata Con cento stelle argentee; E l’alitante brezza Era brezza d’amore e di mollezza. Mansuefatta la vergine Amorosa danzava Con un patrizio giovine, E il giovin l'affisava, E dai lumi incantevoli Tutto l’aere d’intorno Di soave splendor si fece adorno. Un sorriso amorevole La vergine gli volgea; Ed il pruno selvatico, Che intesto si vedea Del padiglione pel cielo, Di fior si caricò E bianchi fiori su di lor versò. p. 84. n. Di Pietro Strori I colli si covrian di neve e pioggia E nebbia, che stringea densi vapori. Quivi compose La nebbia il nido con festuche d’oro: Uova di bolle d’oro vi depose. Usciron belli D’argentei vanni e di dorate creste Quando dall’uovo si sgusciar gli augelli. Cantaro in coro E l’aura che passava tra le fronde Rimase muta ad ascoltar costoro. Allor la figlia