Cai). XIX — Fiàmurì Arbérit 343 Le nostre terre sono incolte, le nostre industrie e i nostri commerci languiscono, le ricchezze de’nostri porti ed i tesori de’nostri mari sono stimolo alle cupidigie di genti straniere e nemiche; le nostre città, i nostri villaggi, per manco di vie di comunicazioni, vivono stranieri l’un l’altro. Gli Albanesi cattolici ed ortodossi innanzi agli occhi del Governo non sono considerati uguali ai loro fratelli albanesi mussulmani; e però la maggior parte di essi sono costretti, ad iscriversi quali sudditi stranieri, onde è che il numero di questi di giorno in giorno aumenta in Albania. Noi non abbiamo scuole e mentre il governo di V. M. accorda ogni sorta di protezione alle scuole straniere, noi siamo costretti a stare giorno e notte col fucile alla mano contro gli stranieri ai confini della Grecia, della Bulgaria, della Serbia e del Montenegro. L’Europa ci chiama, per questo, barbari : ma in verità ciò facendo, noi nuU’allro facciamo fuorché difendere l’onore dell’Albania e la tranquillità dell'Impero. Maestà I Il Korano impone a voi, Kaliffo, l’obbligo di dare ascolto alla voce del popolo, che vive all’ombra Vostra. Ed il popolo Albanese, oggi cade a’ piedi della M. V. perchè lo aiutiate e lo solleviate da questa misera condizione in cui si trova. Noi domandiamo per i nostri vilajets di Skodra, di Kossovo, di Monas-sir, di Salonicco e di Jannina un’amministrazione diversa da quella dei vilajets di Asia e di Africa, in modo da potere, sotto la sovranità della M. v., restare un popolo indiviso e civile in mezzo al Vostro Impero e tenere fronte, in Vostro Nome, a tutti gli stranieri, che si sono uniti contro di noi e contro l’impero degli Osmanli. Noi chiediamo scuole in lingua nostra e ci prostriamo ai piedi della M. V. perchè concediate la libertà ai nostri compatrioti di qualsiasi confessione religiosa, che si trovano nelle carceri e nell’esilio per motivi politici. Gli Albanesi non sanno che sia menzogna e noi vi diciamo in verità che abbiamo lavorato per formare la nostra Unione. Tutti quanti sono veri Albanesi, i quali non sieno organi di Potenze straniere, ad una voce acclamano per loro Capo Supremo il diletto ALADRO IvASTRIOTA, il quale giorno e notte si adopera per il risorgimento del Popolo suo. Con questa Bandiera e sotto gli auspicii della M. V. noi siamo decisi ad ottenere i nostri diritti e a difendere la nostra Unione fino all'ultima stilla del nostro sangue. Gli Albanesi non sanno che sia inganno e tradimento. L’Austria, l’Italia, la Russia, la Germania, l’Inghilterra, la Francia, per i loro interessi si adoperano ad ingannare la M. V. Ma gli Albanesi non v’ingannano. Essi sono stati e continueranno ad essere tra i più fedeli e i più onorati tra quanti ne ha l’Alto Trono della M. V. Ma se il Governo della M. V., continuando negli odierni sistemi governativi, per cui si avvantaggiano i nostri nemici a danno dell’Albania e dell’impero, resterà sordo ai nostri reclami, in vero, Maestà degnatevi