136 L’Albania e V opera di G. de Rada more ardente e pudico Bósdare, il flor de’cavalieri d’Albania. Ma il padre, in presenza dell’invasión de’Turchi, per render più saldi i vincoli della Bassa con l’Alta Albania, la marita con Dukagino, principe di Zadrlma. La bella donna comprime i palpiti del cuore ed offre in olocausto alla patria la sua verginità candida e nitente. Io nelle letterature antiche e moderne non conosco una donna più intellettuale di costei, una figura cosi compiuta e perfetta e cosi magnificamente feminile e feminilmente vera. Ella compone, come finge l’autore, il poema, o, come nella seconda edizione emenda, de’canti, di cui ci avanzan frammenti: ella è degna del salmo, posto come epigrafe al libro “ tutta la gloria della figlia del re nelle sue virtù, nell’auree frangio, che a varii colori le ricingon la veste EH’ama con intima passione, tenera e pudica, il suo cavaliere, colonna della patria, e affida i suoi palpiti segreti a una canzone, ove ricorda con grata e verginal compiacenza, l’incontro che la prima volta ebbe con lui. Ell’era sul lido con le ancelle e la felicità rapivate l’anima. Quand’ecco, su bianco cavallo, bello e sfolgorante d’oro le vesti, ritrovolla soletta Bósdare, che le chiese chi avesse disteso sui rami il suo fazzoletto. Ella, che l’avea spiegato, si porse per levarlo, e in questo il suo bianco velo ricamato, sciolto le calava dalle trecce. Audacemente quel giovine gliel tolse e girò via il cavallo. Dipoi pregolla che gliel lasciasse. La vergine, arrossita, con labbro sorridente rispose: “ Oh, se tali sono i nostri nemici, se non celano il pensiero di mostrarlo ai compagni, io dirò al mio velo stai bene! „ Concezione inestimabile (espunta nella seconda edizione dal puritanismo del poeta), che rivela l’intimo segreto dell’amor suo, che le balza tenerissimo dal cuore in un’altra scena, al lido, come canta una storia, dove ella a Bósdare, aspettato e giunto, raggiusta sul cimiero la penna vermiglia, mentre “ un comune respirar tremanti legolli intorpiditi „.