212 VAlbania e l'opera di G. De Bada Tuttavia la sua fama non ascese tant’alto da attrarre a sè gli sguardi dell’universale nè caput inter nubila condii. Le ragioni della sua impopolarità s’ hanno a ricercare nella sua qualità di poeta albanese, rimasto perciò estraneo all’ Italia e al mondo civile, come estraneo fu all’Europa, fino a pochi anni fa, il popolo albanese ; nel difetto d’organismo de’suoi poemi, che gli vietò assurgere a costruzioni grandiose; nella lingua in cui scrisse, sconosciuta alla comune de’letterati ; nella traduzione italiana, difettosissima, con cui tentò di rendersi intelligibile presso quelli che ignoravano la lingua patria, e in tutte quelle mende, Accenno qui agli altri giudizii, che mi venne fatto di raccogliere. Il De Gubernatis, nel Dizionario degli uomini illustri contemporanei, giudica le poesie del De Rada potenti e originalissime; il Dorsa, uno de' primi scrittori di cose albanesi, còlto nelle letterature classiche, assai versato nella lingua e letteratura albanese, ma privo di metodo in fatto di filologia e di conoscenze linguistiche, mentre le lodava, ne lamentava l'oscurità (Sugli Albanesi, Ricerche e Pensieri, p. 152-153); il Bug ma ri le locava superlativamente, senza entrare però in un particolare esame (Sazione Albanese, II, 5,7, 8) ; lo Straticò, che scrisse la prima storia di letteratura albanese, ove, tra moltissime cose inesatte, o erronee o addirittura false, dice anche molte cose giudiziose, riferendosi al Milosào, l'encomiava per la freschezza, l’ingenuità e la semplicità (p. 239 e segg.); E. Cremonese dava dello Specchio di Umano Transito un giudizio vacuo e melenso (Nuova Albania, An. II, n. 20); L. De Martino, assai perito nella lingua albanese e vissuto per trentanni neU’Albania, non ha membro ■che tenga fermo dinanzi alla grande figura del De Rada (vedi tra altre cose la sua Arpa); il Lorecchio lo esalta come un gran poeta e patriota, come ti Veggente in solitudine, l’Omero albanese (Lorecchio, La questione Albanese, p. HI); il Mango in uno scritto cascante (Stridii letterarii, p. 39 e segg.) vi trova dolce e mite melanconia, vergine fantasia e originalità di pensieri. Giudizii pur favorevoli emisero Alessandro Poerio (Autob.. Per. II, p. 18); E. Masi, noto per i suoi scritti storici (Autob., Per. II, p. 19), e B. Cecchetti, archivista dell’Archivio Veneto (Poesie Albanesi di Girolamo De Rada, voi. IV, copertina). Anche il Bonghi in una lettera privata giudicava le poesie albanesi del De Rada assai belle e G. Schirò, nella prolusione al suo corso di letteratura e lingua albanese all’istituto Orientale di Napoli, delineava la sua grande e nobile figura.