CAP. XIV. I poemi e la critica, i. Questa è l’opera poetica di Girolamo De Rada, vasta, nuova, originale, ispirata alla patria e al sentimento vivissimo della natura, che ha ritratto con verità e vigore nei suoi aspetti multiformi. Eppure questo poeta, al di fuori di una cerchia relativamente assai ristretta di persone, è, si può dire, in Italia sconosciuto o mal noto, e noto appena ne’ paesi più. civili. E quei pochi che in Italia lo conoscono ed ammirano, quelli che in Calabria l’onorano e venerano hanno, generalmente, imparato ad ammirarlo e venerarlo per riflesso e sopratutto per le sue sventure, per modo che a nessuno più che a lui conviene il detto di Shakespeare nell’ Otello : Ella mi amò pei lunghi miei travagli. Pochissimi hanno letto e meditato i suoi poemi, studiato le sue opere, indagato quell’intelletto, scrutato quell’anima. In Albania e nel mondo albanese di Rumania trovò lettori ed estimatori più coscienti; la sua fama nella penisola balcanica è larga e l’idea che i connazionali hanno di lui, gigantesca. Questo spiega il gran movimento che egli destò e sostenne in quelle terre col suo giornale il Fiàmuri Arbèrit e l’entusiasmo all’idea nazionale, che era affatto sopita. Spesso ho ricercato meco stesso le ragioni della sua impopolarità e dinanzi alla concordia del silenzio (poiché