PIETRO cBEM‘BO. XXXXVII Cafiel Durante, & altrove : tìora di tale mcTmatione, & quafi habito prefoper meno offendere gli ftudj, & altri, fi contentò bavere pratica con una fola giovane molto gentile, & coturnata , che in I(oma veduta gli venne , la quale amò caramente , éf molte rime ne fece . Di coftei hebbe tre figliuoli, duo mafchi, & una fe mina j delti mafchi morì il primo , ì altro chiamato Torquato fopravifje, & fece lo allevare con grandif-fima diligentia nelle virtù , per le quali hebbe i migliori precettori d’Italia $ la femina nominata Helena fu fimilmente ben nutrita , e riufcì & di lettere, & di bei coftumi, & d altre virtù ornatifjftma, la quale m. Pietro maritò in un gratiofo gentiluomo della fu a patria detto m. Pietro Gradenigo : la madre di quefii figlioli, non havendofi voluta maritare per l'amore che alti figlioli, (¿f alla grandezza di Pietro portava, fece nutrire con ejji, fin che viffe : la quale cofa procedente da amore-vole%xa •> & bontà naturale, & non da appetito sfrenato alcuno , merita qualche perdono appreffo a chi le cofe humane con benigno giudici o riguarda ; <& co fi anchofu interpretata da Papa Paolo me de fimo, quando co la detta occafione tentarono alcuni, anchora che la donna già foffe morta, levargli l'honore del Cardinalato y & certo efjo di ciò non fi fcufava, an%i fe ne incolpava grandemente, confeffando la fua fragilità, & per quefio non diceva male di chi lo riprendeva , ma domandava perdono a Dio, e dicea col mondo , Beatus ille qui minimis urgetur. Fu quefio nevo, per dir cofi, nel fuo bel corpo¿ma perciò già non T abbandonò il Signor Dio ; che, come ho di fopra detto , lo chiamò, & effo lo intefe % & obedì prontamente . Fu fempre dalli dotti, & buoni amato, & reverito , & li Fiorentini me defimi, maffime li nobili, come furono più letterati, di m. Pietro più conto fecero , ne fi fdegnarono, che uno firaniere la fua bella lingua honoraffe , ¿f infegnaffe , ansigli ne refero grafie, & Iodi. Ben e vero, che alcuni del popolo, intefero mal volentieri, che un Vinitiano il parlare gli regolale , <& de poeti Fiorentini giudicio fac effe , di che molto fi dolfero in fcritture : cofa certamente indegna : ma quefio è vecchio coftume de plebei, che difcordano volentieri dal giudicio de’ nobili & de migliori . ISLon è già per quefio re fiato, che i pellegrini ingegni e di Fio- g 2 ren-