Gap. Ili — Il “ Milosào „ 71 rata, concorsero al buon nome di esso. Ma il Milosào manca dell’ ispirazione geniale e della potenza creativa dello Slcan-derbeg e dello Specchio di TJmano Transito (1). (T) Il poemetto fu tradotto recentemente in versi italiani da Donatello Nive (V. G. Gualtieri), che gli levò la rude scorza agreste. Ecco un saggio 'del poemetto (XXVII) da me recato in italiano. È l’idillio in cui il giovine principe, compiuti appieno i suoi desiderii, canta la sua felicità : lo mi riposo, ma non vo’ dormire. Non chiudermi la porta, donde l’aura Entri dalla marina e mi rinfreschi, Come rinfresca nelle bionde messi La donzelletta; ed entri lieto il sole, Che incolpevole ognor entra alle case Ed assiste le madri e ad esse il tempo Segna e ricorda l’ore. Ebbi la vaga Fanciulla mia della persona bella : Ebbi l’amata, e già le nacque un figlio, Che le somiglia. Del figliuol la cuna Culla ed intanto a me ricama il cinto. Io mi riposo ma non vo’dormire. Come nel cielo il sole e come il guardo Negli uomini, ella abbella questa casa Se la veggio tranquilla e senza nubi Sulla nitida fronte. Dì felici Della mia vita! Presterà ricordo Di voi nel mondo come queste antiche Colline resteranno e come questi Rapidi fiumi, il cui longevo corso Visto sarà da quei che nasceranno. Io mi riposo ma non vo’ dormire.