Cap. XX — V “ Autobiologia „ 249 Nei primi torbidi mesi dello storico ’48 incominciò le sue prove L'Albanese d'Italia, che nocque e giovò, ne’ varii ambienti, alla sua riputazione. Cadde dall’amore de’ suoi amici liberali, uno de’ quali lo rimproverò di far lo spartano, perchè aveva un impiego (1). Il suo giudizio comincia a non essere più sereno. L’attacco all’ex-ministro Saliceti, che egli dice testa fiacca e pervertita (2), mentre il Ricciardi (3) lo dice di idee larghe e liberali, e che accusa d’inettezza o tradimento, ciò che avrebbe causato il suo allontanamento dal Ministero, non è giusto. Saliceti si era dimesso, perchè il re, nell’esplicazione del proprio ufficio, lo avversava. Nè è scevro di passione il giudizio sul Ministero, che precesse il Ministero Troya, e che egli chiama Ministero d’imbecilli, quando si pensi che lo componevano uomini come Poerio, Scialoja, Imbriani, ecc. Che la Costituzione giurata da Ferdinando IV nel 10 febbraio fosse una finzione passeggiera n’erano prova non solamente gl’indizii, che raccoglie il De Rada, ma il fatto che essa era figlia della paura, e che poi fu soppressa. E ad ogni modo a lui non conveniva eccitare il Direttore di Polizia C. Poerio contro i Calabresi, che confidenzialmente avea saputo agitarsi in Calabria, nè eccitarlo all’arresto di D. Mauro, provocando il nobile rifiuto del Poerio (4). La responsabilità dei fatti del 15 maggio ricade senza dubbio sul Borbone. Il Ministero Troya avea fatto ogni potere per stornare la tempesta, ma il re era stato ostinato, La obbiezione, che opponeva Ferdinando al rifiuto del Parlamento di prestare il famoso giuramento, era un sofisma. Egli diceva : Poiché io ho giurato la Costituzione, niente di più naturale che la giuri il Parlamento. Ma il Parla- ti) Autob., IV, 8. (2) Autob., IV, 9. (3) Ricciardi, Op. scelt., voi. V, p. 90. (4) Autob., IV, 16.