Cap. XIII — Le “ Rapsodie „ 203 la prima le storie d’ amore ; la seconda e terza, in due libri, le gesta degli eroi, la quarta le canzoni popolari (1). In questa edizione sono introdotte notevoli varianti e spostamenti e fatte alcune poche giunte alle illustrazioni. Forse un assetto deflnitivp si potrebbe ottenere su basi cronologiche; ma tentare la prova è impresa assai ardua, e, ad ogni modo sarebbe un tentativo su un materiale incompleto, poiché la traduzione poetica popolare degli Albanesi al di quà del mare è vasta, e ancora in Calabria errano libere per le bocche del popolo numerose e bellissime canzoni, che aspettano il loro raccoglitore. La politezza delle lingua, la quale concorda in gran parte col dialetto, che presentemente è in uso nelle colonie d’Italia documenta che in quell'epoca la lingua era già uscita dagl’ incunaboli e che, se il nome albanese appare per la prima volta nei principii del secolo XII, esso era sorto assai prima. Rispetto al valore letterario è notevole il giudizio del Parato nella Guida di Torino : “ È un’aria arcana, un profumo divino di poesia orientale e nova, a cui gl’italiani han niente che le si possa paragonare di tutto quello che è uscito dal cuore de’ nostri poeti „ (2). La Mélusine, rivista folklorica di Parigi, allorché furono ripubblicati nel Fià-muri Arbérit, ne fu colpita : “ Un’originalità sorprendente, scriveva, un vigore d’espressione, che non si trova se non presso i popoli che hanno vita epica, o che almeno serbano per tradizione la poesia propria all’epopea, imprimono a questi canti un carattere proprio, e loro dànno un colore e un sapore particolare.... „ (3). (1) Fiàmuri Arbérit, Bibl., p. 1, 83. Da pag. 94 a pag. 118 sono registrate in un lexicon le voci che ricorrono nelle Rapsodie, lexicon che il Bucholtz, giudicò, sotto il rispetto linguistico, prezioso, ma che, nell’immensa congerie lessicografica albanese, non ha molta importanza e risente, per verità, di molle mende. (2) Parato, nelle Poesie Alb. di G. De Hada, voi. Ili, copertina. (3) Mélusine, nel Fiàmuri Arbérit, I, 8, copertina.