Cap. VI — Lo “ Skanderbeg „ 111 del suo canto addormenta la vecchia nutrice : salta in sella e con mesto decoro addita al Vescovo lo sposo e lo prega di maritarli, perchè il disonore non piombi nel lutto il palagio di suo padre. Ella alla vampa del fuoco rasciuga le vesti bagnate dalla pioggia, e la mattina su lei dormiente, immettendosi per la porta, cade il sole salutandola madre (1). Frosìna, odalisca di Mamud, è la pittura della vita del-l’harem. Tratta colà contro il suo volere, con fissa nella mente un’ idea leggiadra, con molti palpiti in cuore, trapunge in una sopraveste l’amor suo. Mamud la sorprende, e gravido il petto d’ira e livore contro l’amante di lei, Iskander, la danna ad esser divorata da un leone. Spicca passionale codesta figura con presentimenti arcani e paurosi nell’anima, con timidità femminile, ma con orgoglio di donna offesa nei palpiti suoi verginali, e come segnante il viso al principe superbo con lo schiaffo del suo dispregio. Pentita di quel maschio ardimento, l’angoscia in una notte le sfigura la sua beltà. Dinanzi alla belva, liberata a divorarla, le si slogano l’ossa di spavento, le si vuota la mente, le si ottenebra il di fuori. Tratti che paion scavati in marmo con scalpello tagliente, disegnano il leone: “ Ed allora da lungi un leone, lasciato andar libero al caldo del sole, girò con celere passo il giardino. Accostatosi all’ edilizio, all’odor di tante giovani donne, chiuse là dentro, irta la cervice, incesse intorno i muri, poi empiè il cielo di un lungo terribil ruggito, e tacque lì fermo. Tendendo le orecchie accolse nelle narici dilatate ed avide le aure, e lanciossi di sbalzo „. Creazione originalissima con poco movimento, ma con molta anima, che fa vibrare ogni cuore gentile (2). Gavrìla è la concezione più delicata e finita che vanti (1) Skanderbeg, IT, 3. (2) Skanderbeg, IV, 6.