Gap. I — Vita 39 sue idee irredentiste albanesi e nelle sue opinioni sull’ assetto del Collegio, che era dilapidato dagli avidi e inetti governanti. Nel 1882 gli morì il fratello Camillo, che era succeduto al padre nella cura della parrocchia di Macchia, e un anno dopo, ancora per tisi polmonare, il figlio primogenito Giuseppe, giovine trentenne, che, sotto la direzione del padre, avea pubblicato fin dal 1869 la Grammatica Albanese. Il padre a questa novella terribile sventura fu inconsolabile. Lettere di conforto gli piovvero da ogni parte delle colonie e dall’ Albania. Notevoli alcuni threni di bey albanesi, che col giovine figlio del poeta compiangevano la sparizione di prestanti loro fratelli, Demetrio Camarda, Vretòi Nai-mi, e Vretòi Semin, e notevole anche una lettera di Dora D’Istria (1). Eppure quest’uomo in mezzo all’acuto dolore trovava nell’ anima piagata la forza di assurgere agli ideali della patria. “ Se queste manifestazioni di signori albanesi, egli scriveva, sono di lenimento al nostro dolore, sono anche una prova dell’ardente spirito nazionale, che attrae gli ottimati Skipetàri alla patria bandiera. E noi li pubblichiamo (i threni) a conforto comune „ (2). Dal 1877 al 1886 diede più gagliardo impulso alla sua azione albanofìla, imprimendole una direzione politica, che egli avea manifestata da quando pubblicava VAlbanese cVItalia e interpolatamente in tutte le sue opere. Già nel 1SS2 avea pubblicata un’opera di politica italiana, Quanto (li ottimo vivere sia negli Stati rappresentativi, che per la serietà del lavoro avea assorbito la sua operosità dal 1878 al 1882. Nell’anno seguente uscirono i primi numeri del Fici-muri Arbarit, che portarono in giro per l’Europa il vessillo albanese ; il secondo giornale, dopo VAlbanese A’Italia, che lanciava, con giovanile baldanza, nel campo politico, il gri- fi) Fiàmurl Arbè'rit, I, 5, V e nota. (2) Fiàmuri Arbérit, I, 5, VII e nota.