376 L’Albania e l'opera di Gr. De Bada multo, ricercando bramoso la patria diletta, che il mare gli rievocava! (1) Quante volte, come il cavaliere spa-gnuolo, che » . . . oios fuego in su inquetud lanzando Campo adelante devorando van, lanciò, a quelle lacrimose memorie, con lo sguardo anche l’estro, creando le sue concezioni, e in un rapimento d’amore vide, come nel canto d’Evòda, la patria tendente a lui le braccia, con una bandiera e uno scudo, incitante alla guerra! Forse nelle plaghe lontane vide i bugliari del suo paese, che intendono anch’essi al riscatto della patria, vide Murad bey Tóptoni e il principe Mirdita Bib Doda trarre entrambi la vita in esilio, e forse il Kedivè d’Egitto, albanese, cui mancaron l’occasione e i tempi per imitar le gesta degli avi Mehmet ed Ibraim pascià, di Ca-valha (2). E di 11 ritraeva il pensiero in Italia, ove una coorte albanese lavorava animosa e fidente alla medesima mèta ; maggiori fi’a tutti un prete e una donna, Demetrio Ca-marda e la principessa Elena Ghika. Colui nelle notti insonni, inchino sui frammenti della lingua pelasga, tentava, con amorosa cura, deciferare i segreti di quelle rell- (1) Il poeta trae l’etimologia del nome Jonio dall’albanese jòni, nostro. Il mare, che ora si appella Jonio e che si estende dalle curvature della bassa Italia fino alle sponde occidentali della Grecia e dell’Epiro, era un tempo mare albanese. L’etimologia non appaga forse troppo i dotti, mj appaga meno l'etimologia greca, che pretende esser nato quel nome dalla stirpe de Joni, la quale, per contrario, non ebbe mai le sue sedi nè sulle coste occidentali del Peloponneso e dell’Etolia, nè su quelle d’Epiro. (ä) Mehmet pascià e suo figlio Ibraim, che, conquistando la Siria, vinsero ripetutamente gli eserciti turchi e avrebbero gettato in mare, se una coalizione europea non avesse fermato le loro vittorie, la stirpe degli Osmanli, furono di Cavalha, città albanese della Macedonia. I loro discendenti divennero i regoli ereditari dell’EgiUo. Di Cavalha era l’albanese Theodo-ros Anastasios (detto perciò Cavalliotis), compilatore di un lessico greco-albanese-valacco pubblicato dal Meyer ( Albanesische Studien, IV, Wien, 1895 nelle Sitzungsberichte der Kais. Ahad. der Wissenschaften in Wien philosophisch-historische Classe, band CXXXII).