102 L'Albania e V opera di ir. De Rada esempio, esercitano un odio così inestinguibile contro Troia, Giunone che è così accanita contro Enea, Atena, che infierisce contro Aiace, sono numi pagani e la loro vendetta ha una ragione di essere. Ma il vescovo di Giannina, che per un momento, dinanzi alla prepotenza de’ Turchi, i quali, contro i trattati, occupano Croia, e dinanzi all’infermità del figlio, per la cui salute trema, vacilla nella sua fede, e perciò viene sacrato a morte violenta, è prova che il Dio de’ cristiani è più feroce e vendicativo degli dèi dell’Olimpo. Nè questo è l’unico esempio in questo poema. Michaìle, il giovanetto che è fatto morire nella storia del IV libro, solamente perchè dubita di Dio, della confessione e comunione, che erano ignote, come egli dice, a Catone e a Cesare, è un’altra vittima del sentimento teistico del poeta, il quale diventa crudele. Se non che questo innesto religioso non rifugge nè dalla poesia nè dall’arte. I profeti della Bibbia, che pare abbia fornito cotesto elemento al poeta, non operano diversamente ; l’ira di Dio contro il popolo ebreo è sterminatrice e le scene, tratte dal vero e colorite con potenza descrittrice, sono meravigliosamente poetiche. Ma anche qui quest’ira è spiegabile. I peccati del popolo e-breo erano ben degni del fiero sdegno divino. Forse inspiegabile è la teodicea di Giobbe; ma, in primo luogo, il poema di Giobbe è una finzione retorica con fondamento morale, e secondariamente il Dio degli Ebrei non è il Dio de’ Cristiani. Più intenso, se non più largo, è l’elemento, che non so chiamare diversamente che filosofico. Lascio da parte i passi numerosissimi, ov’ esso fa non degna mostra di sè e precipita la concezione, per fermarmi sul canto della Sibilla, che è un trattato d’estetica. Già questa questione di filosofia è così ardua e complessa e così discussa e discutibile, che anche agli studiosi di tal disciplina, in mezzo al pelago delle teorie, appare impenetrabile, e nelle menti