260 L'Albania e l'opera di G. De Rada timone e viaggiare senza direzione e senza meta per lidi sconosciuti che non si raggiungono mai. Ancora. Il De Rada stabilisce consanguineità di razza tra Albanesi (vuole dire Illirii ?) Elleni e Latini. Di ciò non ò permesso più dubitare da quando il Bopp, seguito dal Pott, dallo Stier e dallo Schleicher, ricondusse l’albanese alle origini sanscrite, alla quale conclusione è obbligato ad avvicinarsi lo stesso Meyer, che si ferma volentieri allo Scardo e al Pindo. Non cerchiamo come il De Rada stabilisca quest’equazione; ma il fatto inoppugnabile si è che l’ha stabilita prima di Bopp, che scrisse la sua memoria nel 1855, mentre il De Rada aveva pubblicato la sua nel 1810. È una divinazione, come egli la chiama, uno svolgimento, correggo io, dell’opinione di Malte-Brun, di Crispi e di Masci ; ma questa precedenza non scema punto il suo merito, il quale consiste in ciò, che egli per il primo pose la quistione dell’origine del popolo e della lingua albanese, che linguisti preclari hanno poi sviluppata. La frase di Meyer, che la lingua albanese è un mosaico (1), mentre scientificamente non ha alcun valore, non è una frase di sfavore e molto meno un’ingiuria, come pare al De Rada, sebbene l’idea di un’Albania austriaca o slava, sorridesse al vecchio e troppo devoto suddito degli Absbur-go; e duole come un glottologo eminente l’abbia potuto formulare. Ciò è un argomento (e il dotto professore di Gratz non se n’è avveduto), che è una lingua la quale contiene in sè elementi delle lingue affini e che accolse molti altri per il contatto di popoli che, in varie epoche, travagliarono il popolo illirico-albanese. Come se le lingue, che si mantennero più refrattarie da elementi estranei, non sieno anch’esse de’ mosaici ! E più strana è l’opinione del Miklo-sich, che la lingua albanese non è una lingua, ma un miscuglio di lingue, in cui lo slavo ha la prevalenza. Ma (!) Msyer, Etymol. Wörterbuch der alb. Sprache, Vorrede, p. XIII.