f> Introduzione biente e disconobbe i tempi, fidente solo nella potenza del suo intelletto, nella convinzione profonda della sua missione umanitaria e nella fede immota in Dio, che gli spirava dentro. E come la fede fece di lui un profeta predicante alle genti, cosi essa annebbiò le sue artistiche costruzioni e lo sottrasse alle rigidezze della scienza, i cui veri da lui intuiti, aspettano ancora la prova, su cui solamete essa si colloca salda e perenne. La patria, che fu il sogno angoscioso della sua vita e l’idolo delicato dello spirito suo, lo soffuse ed avvolse ne’ suoi dolori e, in mezzo a intuizioni geniali e a creazioni superbe, gli deviò spesso il cammino e gli ruppe l’amabile onda del canto. Le sue traversie e la povertà, che lo strinsero d’appresso, gli tolsero costantemente la serenità dello spirito, che dovea dare assetto alle sue creazioni e fornire le maravigliose figure de’ suoi poemi. La lingua sconosciuta quasi all’universale e le sue crude traduzioni rimossero i più volenterosi dalla lettura delle sue opere, e l’originalità non veduta mai ad occhi miopi e languenti restò nello spirito de’ lettori più coraggiosi un incompreso e un incomprensibile enigma. Il preconcetto poi che i canti popolari albanesi, da lui raccolti, costituissero il fondo di un vasto poema, lo attrasse come delizioso ma pericoloso miraggio a modellare su essi una poesia epica d’indole riflessa, affatto individuale, ed adattare le forme esteriori del canto popolare a una poesia eroica o narrativa, che è sempre pomposa e solenne. E un preconcetto artistico gli velò assai spesso le vere sembianze dell’arte. L'ordinario della vita e della natura, che come tela immensa si distende, ogni giorno, a’ nostri occhi ed è scevro di vera idealità, si confuse nella sua mente col reale, e con le disuguaglianze di visioni crudamente reali alternantisi a visioni classicamente ideali, ruppe sovente le corde della sua cetra. Se l’arte avesse fondamento nella sola esatta riproduzione del vero e dell’or-