182 L’Albania e l’opera eli G. De Bada sola, prima per effetto di una contrazione e poi di un’espulsione: chSslieen o cheshen, bisillabo, e poi, con la soppressione fonica, non grafica, della muta sorda è, monosillabo; nei quali mutamenti il poeta ha una grande libertà. La contrazione, o meglio fognazione, è, come ho detto, caratteristica. Mentre in simili processi linguistici risulta nelle altre lingue una sillaba sola, in albanese rimangono due, notabili anche per ciò, che tutte e due sono lunghe, come nel precedente esempio e in quest’altro: móttin, che dà muòn (acc. sing. m., tempo), e che si potrebbe scrivere e si scrive anche món, con due more, che nel verso ora valgono per una sola sillaba lunga ed ora per due, parimenti lunghe, ad arbitrio del poeta. Ciò che si dice della lunga doppia vada detto anche della muta sorda e in mezzo e in fine di parola, e della muta semplice e. Già la questione della muta sorda e della muta semplice è cosi aggrovigliata che, per ora, nulla siamo in grado di dire di preciso se non verremo illuminati dall’ etimologia, che ancora nella lingua albanese è bambina. L'e sorda muta suole scriversi in parecchi modi, è, oc, ae, y; parimenti la muta semplice e ora si scrive e, ora s, ora si segna con apice (') ed ora si. sopprime affatto. S’immagini quanta libertà abbia il poeta in questo pandemonio di grafie e di pronunzie! Il poeta arriva in un medesimo verso e in forme flessive uguali a trattare diversamente le due mute, una mantenendo e l’altra sopprimendo. Questi fenomeni metrici, che abbiamo riferiti come esempi della gran libertà anzi licenza de poeti, sono frequentissimi nelle Rapsodie, frequenti nei poemi del De Rada, meno frequenti nei canti popolari raccolti dallo Shirò, e irriducibili a norme, come a me è apparso da fuggevoli osservazioni, nel Variboba.