CAP. XVIII. Scritti grammaticali, i. Di scritti grammaticali sulla lingua albanese, a cominciare dalla grammatica del Da Lecce (1716), e terminare a quella del Pedersen (1895), c’è da contare una lunga serie. Essi si possono dividere in grammatiche empiriche e comparate ; alle quali due classi, se mi fosse lecito, aggiungerei le grammatiche ragionate o logiche o filosofiche o direi miste, che si occupano di forme, di filologia e di filosofia del linguaggio. Classificherei tra le empiriche quelle di Lecce, Hahn, Rossi, Dozon, Meyer, P. \V., Pisko e Pedersen : tra le comparate quelle del Camarda e Benloew, e tra le ultime quelle de’ due De Rada, padre e figlio. Se tra queste comprenderemo la cosidetta grammatica del Librandi, che è un novissimo genere di grammatica ed una strana miscela di regolette sconclusionate e di poesie; l’AXgavixòv ’AXcpapvjtàpiov di Koloriòti, YAlfabetaie e gilhese Squip di Naum Bydekuqftri, i brani del Diefenbach, ove sono rassegnate alcune forme grammaticali albanesi ; le osservazioni, che, interpolatamente, ricorrono nel Fiàmuri Arbèril e VAbbecedario del De Rada, otterremo un materiale grammatolo-gico considerevole, che insieme al materiale linguistico e lessicale, anch’esso assai notevole, può costituire una solida base per una futura grammatica albanese.