314 V Albania e l'opera di G. De Bada tro il libito di uomini, che attorniavano, codeando, il Re. All’incontro e3si, quando levaronsi fumi d’incendi nella penisola balcanica, augurarono sempre felici successi alla Grecia, alla Serbia e al Montenegro, che domandavano concordi e minacciosi di lacerare l’Albania e partirne le terre in brani, e applaudirono alla confederazione balcanica, che nacque per la prima volta nella mente bugiarda dei Greci. VII. Dal Fiàmuri non rilevo le idee dell’autore relativamente ai rapporti della Serbia e della Bulgaria con l’Albania. Intravedo che la Serbia tendeva ad un’espansione territoriale a spese dell’Albania, d’accordo col Montenegro e colla Grecia. Vent’anhi fa la politica della Serbia nei suoi rapporti con l’Albania non s’era disegnata, nè la Bulgaria, che ora è divenuta carca di tutte brame, poteva pensare a uno sbranamento dell’Albania. Pare che la Serbia chiedesse i territorii della Vecchia Serbia, che il Diritto, il quale ignorava ogni ragione storica ed etnografica, attingendo da compri scribi, estendeva fino a Giacòva, Recca e Ljumia e fino alla Mirditta. Le cupidigie serbe muovono il riso, nella medesima guisa del Corriere di Roma, che scrive con ingenuità uguale alla sua malafede, essere gli Arnauti (Albanesi, nel linguaggio turco) i discendenti de’ Serbi, i quali, dopo la celebre battaglia di Cossovo, fecero atto di sommissione al Sultano, mentre Arnauti non 6 che l'accorciamento bizantino della parola Arbaniti (’Ap-gavExai). Ora la vecchia Serbia oggi è piena d’Albanesi, e in antico essa apparteneva alla nazione albanese e non fu occupata da’ Serbi che nel Medi o-Evo. 11 diritto de’ Serbi su i territori, che un tempo costituivano la vecchia Serbia, sarebbe uguale al diritto de’ Tedeschi su la Lombardia. Dal giornale apparisce che fin da allora si determinava