Danubio (Illirio propriamente detto, Dalmazia, Li-burnia, Pannonia), donde si propagarono pure in Italia lungo le coste occidentali dell’Adriatico (Istria, Venetia, lapigia). / Dissi che il criterio su cui si fondano queste classificazioni etnografiche è essenzialmente linguistico. Ciò significa che tutte le lingue parlate dai popoli della stirpe aria o indo-europea presentano delle importanti somiglianze nella grammatica e nelle radici delle parole, pur rimanendo fra loro distinte per notevoli differenze, secondo le famiglie alle quali i popoli suddetti appartengono. Le lingue e i dialetti si distinguono quindi in famiglie o gruppi come i popoli : il gruppo ellenico, il traco-illirico, il celtico, l’italico, il germanico, il sarma-tico o slavo. Da queste antiche lingue derivano le moderne. Ma non tutte le lingue antiche nel trasformarsi ebbero la fortuna di sopravvivere in eguale misura, per il fatto ben noto agli studiosi che alcuni popoli predominando sugli altri imposero loro la propria lingua, di guisa che per alcuni gruppi il campo del dominio linguistico si estese, per altri si ristrinse. Acquistarono terreno il gruppo ellenico, il germanico, lo slavo, l'italico (lingue neolatine); lo perdettero il celtico e il traco-illirico. Il campo occupato dalle lingue traco-illiriche, alle quali dobbiamo limitarci, fu infatti invaso in Italia dalla lingua latina (dialetto veneto, dialetto friulano e dialetti pugliesi), nella grande penisola tra il Mar Nero, l’Egeo, lo Jonio e l'Adriatico e nella valle del Danubio dalla lingua greca, dalla latina (rumeni o valachi), dalle favelle slave (serbo-