- i63 - I Veneziani perdono ‘Duralo, Dulcigno, Antivari e Valona. — Solo alcune città della costa restarono ancora per qualche tempo in possesso dei Veneziani, i quali tanto si preoccuparono di non provocare ulteriormente le ire e l’intervento degli Ottomani, che nel 1495 imprigionarono l’arcivescovo di Du-razzo, perché incitava la popolazione all’odio contro i Turchi. Contuttociò i turchi assalirono e presero Durazzo nel 1501. Dulcigno e Antivari rimasero ai veneziani fino al 1571. In quest’anno i turchi assediarono Dulcigno condotti da Ahmet pascià. La difendeva Serra Martinengo con soldati italiani e francesi, e dopo una lunga resistenza fu pattuita la resa. Ma non appena la capitolazione venne sottoscritta, entrarono nella città i giannizzeri, e si abbandonarono al saccheggio e alla strage. I pochi superstiti si rifugiarono sui monti. Antivari, dopo aver resistito a un primo assedio tentato dal pascià di Scutari Suleiman nel 1538, cadde in potere dei turchi nel 1571 per la viltà- del suo governatore Alessandro Donato. Costui all’annunzio dell’arrivo degli ottomani prese con la guarnigione la fuga, abbandonando la città al suo destino. Gli abitanti capitolarono senza resistere. Molti di poi esularono, altri si convertirono all’islamismo. L’arcivescovo Giovanni, che aveva cercato d’indurre il Donato a resistere, fu per ordine dell’ammiraglio Ali pascià obbligato a vestirsi dei suoi sacri indumenti e quindi appiccato. Fu in questo medesimo tempo distrutta dai Turchi la piccola città di Sfakia (Sciassi) tra Scutari e Autivani. Dalle molte chiese di Sfakia, ch’era città vescovile, più non restano che pochi avanzi. Nel 1590 anche i Cimarioti,