— 104 — Roma. Ma questa non può essere che una fiaba, derivata dalla somiglianza dei nomi, come la pretesa di ricongiungere gli albanesi d’Europa agli albani del Caucaso e i Gheghi, i Ljapi e i Ciami ad altre popolazioni caucasee, nei cui nomi s’incontrano delle assonanze coi nomi suddetti più che delle affinità glottologiche che possano essere con rigore scientifico dimostrate. I mirditi parlano inoltre il puro albanese della Ghegaria e non una sola parola o forma di linguaggio semitico conforta la loro pretesa origine siriaca. Essi presentano qualche differenza dagli altri Shkipetari nei costumi e nella foggia del vestire; ma nulla v’ha in quei costumi e in quelle vesti che sappia di asiatico. Nelle tradizioni del popolo nessun ricordo del Libano. All’incontro una tradizione del paese afferma che i mirditi derivino da quei Du-cadgini, che si rifugiarono dopo la morte di Scan-derberg (1467) sui monti della Mirdizia e quivi a lungo difesero la propria indipendenza. In appoggio di questa tradizione starebbero i seguenti fatti. I mirditi abitano ancora accanto alla tribù dei ducadgini loro costanti amici ed alleati. I mirditi osservano tuttora nella sua più pura forma la semplice e austera legge di Lek Ducadgin, del quale avrò occasione di parlare in questo stesso capitolo e nel seguente. Dei mirditi non si trova menzione documentata prima del secolo xvi. Il loro nome significa in lingua albanese: « i bravi, i valorosi. » I Bulgari. — Fin dal vii secolo anche la media e la bassa Albania, che costituivano tuttora due provincie bizantine, le cui metropoli erano Nicopoli