— i9 - e paragonabile agli stagni che s’incontrano sulla riva settentrionale del golfo di Arta, il littorale torna ad elevarsi per formare l’aspra catena dei monti Chimara o Acrocerciuni, che supera colla sua più alta vetta (Cica) i 2000 metri. A questi monti fu dagli antichi greci dato il nome di Acro-cerauni, perchè terribilmente battuti dai venti, dagli uragani e dalle folgori. Gl’ infami scogli acroce-rauni della poesia classica sono ancora assai temuti dai naviganti. 11 Capo Linguetta segna il termine di queste montagne precipitanti a picco sul mare. Altre catene interne notevoli della bassa Albania son pure quelle che, staccandosi dal Pindo, si dirigono da sud-est a nord-ovest, separano il bacino del Devol da quello del Ljumi Beratit (monti Tomor) e il bacino del Ljumi Beratit da quello della Vojussa, e chiudono a sinistra quest’ultimo bacino. La catena del Tomor raggiunge nel Tomor propriamente detto i 2400 metri. La catena a sinistra della Vojussa raggiunge i 2000. Fatta eccezione per i monti acrocerauni, l’abbassarsi delle montagne da est ad ovest, ossia verso il littorale, è un carattere comune a tutta l’Albania. Di qui i frequenti e grossi stagni e lagune in comunicazione col mare ed i terreni paludosi lungo tutta la costa, che nella stagione dei calori esalano miasmi altrettanto pestiferi e pericolosi, quanto buona e salubre è in ogni epoca dell’anno l’aria delle montagne e delle alte valli albanesi. Le febbri della Bqjana sono tra le più terribili di tutto il littorale Adriatico. Anche a Pre-vesa e a Filippiades infieriscono febbri ribelli ad ogni cura e violente, quantunque rare, perniciose.