- ii9 - Nel 1292 ricomparvero, come sopra si è visto, i serbi, e le conquiste angioine andarono perdute. Nel 1296 Tommaso Angelo Comneno riuscì a riprendere Arta, Janina e Lepanto. Nel 1304 un Filippo principe di Taranto e di Acaja, nel quale Carlo II dAnjou aveva trasferiti i suoi diritti, s’impadronì di Durazzo. A Filippo la tolse poi il fratello Giovanni principe di Morea, che prese il titolo di duca di Durazzo, trasmettendolo ai discendenti, che sedettero sul trono di Napoli (ramo durazzese degli Angioini): ond’ è che questi re fecero battere moneta in proprio nome a Durazzo, a Corfù ed a Lepanto; e all’ambizioso re di Napoli Ladislao di Durazzo piacque persino di attribuirsi in qualche diploma il titolo di Rex Albctniae. Ma di fatto re dell’Albania egli non fu mai. Già si vide come nel 1318 gli albanesi abbiano fatto causa comune con Filippo di Taranto contro il re dei serbi Urosh II. In questo stesso anno 1318 Tommaso Angelo veniva assassinato dal suo ne-pote Nicola Orsini detto Comneno, conte di Cefa-lonia, che ne sposò la vedova. Fra il 1336 e il 1356, mentre soggiacevano alla dominazione di Stefano Duscian tutta l’Albania e il despotato di Epiro tolto ad Anna Paleoioga vedova di Giovanni II Orsini Comneno succeduto nel 1323 al fratello Nicola da lui assassinato, la sola Durazzo rimaneva in potere degli Angioini di Napoli per virtù di un valoroso capo albanese, Tanusio Topia, che riusciva a conservarne la signoria alla vedova di Giovanni duca di Durazzo, Agnese di Perigord. È notevole il fatto che tl monaco francese Brocardus (Brochard) nel 1332