— 120 — distingueva gli abitanti della città e territori di Durazzo dai circostanti illirici o albanesi e slavi col nome di Latini, ed è fuori di dubbio che i Durazzesi, come anche gli abitanti di Antivari, Dulcigno, Scutari e Drivasto vergavano nel medio evo in latino i loro atti, e composero in latino le iscrizioni delle loro monete, quando ne coniarono. Giova pure ricordare, prima di procedere oltre, che nel medio evo erano città importanti dell’E-piro Glavnitsa (Acroceraunia), Graditzion, Stel'a-nikiai e Cernii. Queste città oggi più non esistono come più non esiste Nicopoli. Di Cernii non si conosce nemmeno il luogo dove sorgeva. Ed ora riprendiamo il filo della narrazione dopo la morte del re Stefano Duscian il forte. I Balscia, signori della Zedda, i Topia ed altri dinasti albanesi. — Quando sotto il debole figlio di Stefano Duscian l’impero serbo si spezzò in parecchie signorie e i re di Serbia non conservarono che una sovranità nominale sui propri domimi, tra codeste signorie una ne sorse notevolissima, fondata nel Montenegro sul fiume Zeta o Zedda, affluente di destra della Moraccia qualche chilometro a monte di Podgoritsa, da Balscia I, un nobile serbo che aveva servito valorosamente in guerra Stefano Duscian. E puerile e non merita nemmeno di essere confutata la derivazione di questi Balscia dalla famiglia provenzale dei Baux. II distretto della Zeta o Zedda era stato per un certo tempo governato da un ramo dei Nemanidi, i quali affermavano d’essere originari di quella contrada, essendo Stefano Nemanja, il potente re