— 222 — negli animi degli scutarini, e si rinnovarono le agitazioni in quell’anno e nel successivo, tantoché il pascià di Scutari dovette permettere la demolizione del seminario (12 giugno 1856). Giova notare che queste diffidenze albanesi erano alimentate dal sospetto, che l’Austria mirasse alla conquista dell’Albania, sospetto che rimontava all’epoca dei noti maneggi ed intrighi di Maria Teresa e di Giuseppe II e si era perpetuato, di guisa che lo si trova espresso anche in un canto del 1813 ov’é detto: « Le belle e fertili contrade d’Albania, queste montagne d’oro e questi eroi stanno a cuore all’Austria ; essa le vuole e le avrà, quando questi leoni diventeranno agnelli. » Tornando ai gesuiti, è d’uopo aggiungere ch’essi non si diedero, com’è loro costume, per vinti. Cessata la guerra di Crimea, Mustafà pascià venne sulla line del 1856 con 10,000 uomini a ristabilire l’ordine a Scutari, e la Compagnia di Gesù ottenne dalla Porta un indennizzo e il permesso di rifabbricare l’edifizio atterrato. In quello stesso anno 1856 si rinnovarono tra gli albanesi e i montenegrini vecchie contese a cagione della tribù shkipetara dei Cuci, compresa da gran tempo nel territorio montenegrino. Nel 1862 Bib-Doda accompagnò con 2000 mir-diti Omer pascià in una spedizione contro il Montenegro e si segnalò come sempre in tutti gli scontri pel suo valore. La stessa città di Cettigne corse pericolo di essere presa. L’intervento diplomatico della Russia salvò il Montenegro. Bib-Doda mori nel 1870. Gli ^Albanesi nelle guerre del 1876 e del 1877. — Una relativa tranquillità durò nell’Albania dal 1862