— 182 — veneziana, e avendovi acquistato credito e prestigio, si recò un giorno incontro a un nuovo pascià, che la Porta inviava a Scutari per sedarvi una contesa sorta fra i due principali quartieri della città, Tabula e 7erij.. Incontratolo con piccola scorta egli lo indusse a recarsi in casa sua, e quivi lo trattenne come prigioniero, spogliandolo anzi tutto di ogni suo avere e quindi costringendolo a chiedere alla Porta il proprio richiamo e ad affermare, per giunta, che nessuno poteva essere tanto degno e capace di reggere il pascialato di Scutari quanto Mehemet Busciatli. Costui fu infatti nominato pascià, e di lì a poco tempo ottenne altresì di trasmettere ai suoi discendenti il proprio potere. Dopo di che egregiamente secondato dai figli Mustafà, Kara Mahmud, Ibrahim e Ahmed, si sbarazzò dei bey rivali e delle loro famiglie, distruggendole con inganni e tradimenti degni di Cesare Borgia. Consolidata così la propria signoria, si alleò colle tribù Maljsore e coi Mirditi riconoscendone l’assoluta indipendenza e mosse contro Dulcigno, ch’era diventata come già sappiamo una repubblica di Corsari. Sorprese e distrusse la flottiglia di barche che i pirati dulcignotti tenevano riunita nel vecchio porto, e costrinse la città a sottomettersi. Quindi assoggettò con pari accorgimento e non minore energia Alessio, Tirana, Elbassan, e il territorio dei Ducadgini, il cui pascià Karaman divenne suo vassallo. Nel 1768, allorquando la Porta inviò un esercito di 120,000 uomini contro il Montenegro, che alla dominazione turca non voleva piegarsi a nessun costo, il figlio di Mehemet, Kara Mahmud, fece parte