— 141 — così 15,000 guerrieri, affrettavasi a muovere incontro a 40,000 turchi condotti da Ali-pascià. Scanderbeg prese posizione a Dibra bassa e quivi attese il nemico, che non tardò a giungere e si accinse ad assalire le fortificazioni albanesi senza potervi impiegare tutte le proprie forze ad un tempo. La disfatta dei turchi fu piena. 22,000 osmanli giacquero sul campo di battaglia, 2000 prigionieri e 25 bandiere caddero in mano degli albanesi. Chiamato subito dagli altri principi cristiani che erano in lotta coi turchi in loro aiuto, Scanderbeg mosse con 20,000 uomini verso Belgrado, ed essendosi opposto al suo passaggio Giorgio Brankovic', egli già accingevasi ad aprirsi la strada colla forza, quando gli giunse notizia che l’Uniade era stato sconfitto dai turchi a Varna e il re Ladislao d’Ungheria era perito nella terribile battaglia (10 novembre 1444). Se ne ritornò allora in Albania, e quivi dopo qualche tempo gli fu recata una lettera del sultano, che aveva risoluto di negoziare la pace tanto con lui quanto con l’Uniade. La lettera per altro, com’era da aspettarsi, non chiedeva la pace, bensi prometteva perdono al ribelle vassallo e così cominciava: « *Amurat ottomano, sovrano dei turchi e imperatore d'Oriente, a Scanderbeg suo ingrato pupillo. » Era stata scritta il 15 giugno 1445. L’eroe albanese convocò l’assemblea dei capi per giudicare delle proposte del sultano, e l’assemblea fu unanime nel respingerle sdegnosamente. Forte di questo voto,. Scanderbeg inviò a Murad II una fiera risposta in data del 12 agosto, intitolandosi « soldato di Gesù Cristo e principe albanese e degli Epiroli. »