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sottomise a Scanderbeg e divenne il suo braccio destro.
  Scanderbeg stabili anzi tutto di assediare il forte di Petrejla, eretto a difesa dei passi pei quali da Tirana si scende a Durazzo e ad Elbassan. Di questo forte oggi esistono soltanto le rovine. Giorgio Castriota in breve costrinse i difensori alla resa, mentre Hamza con 3000 cavalieri albanesi obbligava il comandante turco del forte di Gur-i-barth (Petralba), altro castello di cui oggi non restano che pochi avanzi nel territorio dei Matija, a consegnargli la piazza con libera uscita da essa per sé e per i suoi.
  Altre forze turche si erano chiuse nella fortezza di Svetigrad a sud est di Dibra alta sulla destra del Drin nero. Anche di Svetigrad si veggono oggidì le rovine presso Kodzondgik.
  Fallito un primo tentativo per espugnarla, Scanderbeg lasciò a bloccarla Moises Golem con 3000 cavalieri e tornò a Croja, donde mosse poi verso Ocrida, dove si stava concentrando un corpo di turchi per tentare la liberazione di Svetigrad. Con soli 300 cavalieri egli costrinse i turchi a ritirarsi, quantunque avesse già al suo comando 8000 cavalieri e 7000 fanti.
  Tutto questo accadde nel 1443. In questo stesso anno Venezia s’impossessava di Antivari togliendola al Voivoda montenegrino Stefano Cernojevic', perché dalle sue terre egli recava eccessive molestie ai dominii albanesi della Repubblica, e per far cessare queste molestie invano il Senato Veneto aveva scritto al Sultano, del quale il Voivoda era nominalmente suddito. Esecutore degli ordini del