— gì - ove regnava Tolomeo Sotero, figlio di Tolomeo Lago, altro dei diadocki, Pirro trovò grazia presso la regina Berenice, la quale gli diede in moglie la propria figlia Antigone. Pochi anni dopo, divenuto re d’Epiro, alla morte del fratello Alceta, lo troviamo in Macedonia, dov’era sorta contesa per la successione tra i figli del re Cassandro, morto nel 297, i quali avevano appunto fatto appello a lui ed a Demetrio Poliorcete. Pirro vi giunse prima e tentò una spartizione del regno fra i contendenti ; ma Demetrio Poliorcete, essendo poi sopraggiunto con forze preponderanti, costrinse Pirro, un dì amico suo, a ritirarsi e assunse per se medesimo il regno di Macedonia, che tenne sette anni (294-287). Demetrio venne in uggia ai suoi sudditi per l'alterigia e l’arroganza dei modi e per la pazza e sfrenata prodigalità cui erasi abbandonato; ond’è che, quando nel 287 Pirro si presentò a contendergli il trono, i Macedoni affascinati dall’indole generosa e affabile e dall’audace valore del re d’Epiro, lo accolsero come un liberatore e abbandonarono tutti Demetrio, che fu costretto a fuggire. Ma nemmeno Pirro riuscì a mantenersi lungamente sul trono di Macedonia e ne fu cacciato alla sua volta dopo soli sette mesi da Lisimaco re dell x Tracia e dell’Asia Minore. Tornato in Epiro Pirro visse in pace alcuni anni, abbellì Ambracia e ne fece la metropoli del suo regno, edificò Berenicia (oggi Prevesa) e regnò splendidamente. Ma l’indole instabile e la irrequieta giovinezza non gli permettevano di godersi una lieta tranquillità. Egli aveva sposato in seconde nozze la figlia di