— 149 — Maometto II inviò in aiuto di Berat Sevali pascià con 40,000 cavalieri. Sevali giunse fin presso alla città con rapidissime marcie quasi inaspettato. Scanderbeg rimase questa volta con 4000 de’ suoi attorno a Berat. Incontro al nemico mosse Mu-sachi; ma la cavalleria di Sevali riusci ad avvilupparlo. Accorse Scanderbeg, ma troppo tardi per vincere. Gli albanesi riuscirono soltanto a ritirarsi in buon ordine, abbandonando tutta l’artiglieria e lasciando sul terreno 5000 morti, fra i quali quasi tutti gl’italiani. I turchi pagarono la vittoria con la metà dell’esercito. Scanderbeg approfittò della morte di Musachi, caduto combattendo, per impadronirsi di una buona parte de’ suoi dominii. A quest’epoca l’invitto condottiero albanese poteva già vantarsi di aver ucciso di propria mano parecchie centinaia di turchi, con quella spada, che secondo la tradizione, nessun altro braccio avrebbe potuto e saputo maneggiare con altrettanto vigore. Si hanno incerte notizie sugli avvenimenti degli anni 1456-57. A quanto pare Maometto II lasciò in pace l’Albania, perchè occupato nella conquista della Serbia e nell’assedio di Belgrado, sotto le cui mura subi per virtù di Giovanni Hunyady una memoranda sconfitta (ii luglio 1456). Scanderbeg potè quindi volgere l’animo irrequieto ad altre imprese. Scanderbeg in Italia. — Il 27 luglio 1458 morì l’amico e protettore di Scanderbeg, Alfonso V di Napoli detto il Magnanimo, e gli successe il figlio Ferdinando. La morte di Alfonso destò un vivo rammarico nell’animo del Castriota e di tutti gli