— 110 — zari nella occidentale. Fecero causa comune coi sulioti nel pugnare per la greca indipendenza gli armatoli dell’Acroceraunia. Zaimis e Canaris, due altri eroi dell* insurrezione ellenica, erano albanesi ellenizzati. L’eroismo dei marinai albanesi d’idra e di Spetzia è scritto nelle pagine della storia a lettere d’oro. Missolungi, Navarrino, Nauplia, Psara, Eieusi, il Pireo, l’Acropoli d’Atene risuonano ancora del nome albanese. Combatterono invece per la Turchia contro i Greci insorti Mustafà pascià di Scutari e Prenk Doda principe dei Mirditi, figlio e successore di Prenk Leka, insieme allo zio Lek-i-zij (Alessandro il nero), al cugino Prenk Marku, e quell’Omer Vrioni che qualche anno prima aveva gagliardamente sostenuto Ali di Tepelen, e Varnakiotis, un suliota rinnegato. Erano con tutti costoro non meno di 15,000 gheghi e 5000 toski. A Karpenizi in Etolia nel 1823 erano di fronte albanesi contro albanesi. Nella notte del 22 agosto Marco Botzari si propose di sorprendere il campo turco e di penetrare nella tenda di Mustafà pascià di Scutari per ucciderlo. « Se mi perdete di vista — diss’egli ai 240 sulioti che lo seguivano — dirigetevi alla tenda di Mustafà e là mi troverete. Dio ci vede e guida! » Essi giunsero inosservati nel campo nemico, e Marco Botzari entrò nella tenda di un capo dell’esercito turco credendo che fosse quella di Mustafà. Era invece la tenda del principe dei Mirditi Prenk Doda. Quivi l’eroe suliota cadde sotto i colpi di Lek-i-zij, ch’era il più terribile guerriero della Ghegharia. V’ha per altro sulla morte di Botzari un’altra versione, secondo la quale egli sarebbe stato ferito a #