un forte esercito sino ad Apollonia, ed aveva occupato Lissos ed altre città dell’ Illirio, pronto a passare in Italia in soccorso di Annibaie, quando il pretore Marco Valerio con una piccola squadra sorprese alla foce del fiume Aoo (Vojussa) le navi del re macedone, e lo costrinse a bruciarle tutte e a ritornare in fretta nel suo regno, dove i Romani lo tennero a bada suscitandogli contro la Lega degli Etoli e Attalo re di Pergamo nell’Asia Minore. Qualche anno dopo (205 av. Cristo) a Dyrrachio fu conchiusa la pace per opera del console Publio Sempronio Tuditano tra Roma e Filippo, e così ebbe fine quella che suole chiamarsi la i1 guerra macedonica. Scoppiata la seconda guerra pei subdoli maneggi di Filippo, il console Publio Scipione Galba sbarcò ad Apollonia (a. 200), e al principio dell'anno seguente, guidato dagl’lllirii, si avanzò sin nella valle dell'Axio (Vardar); ma non avendo potuto indurre Filippo a scendere in campo aperto, se ne tornò per la valle dell’Apso (Ergent e Semeni) ad Apollonia senza aver nulla conchiuso. Il suo successore Publio Villio Tappulo nel 198 risalì la valle del-l’Aoo coll'intenzione di passare dall’Epiro in Tessaglia attraverso alla catena del Pindo, e trovò Filippo fortemente trincerato in un’angusta gola della detta valle. Si accingeva ad assalirlo, quando gli giunse la notizia che il nuovo console Tito Quinzio Flaminino era giunto a Corcira per assumere il comando. Flaminino, consigliato da Epiroti esperti dei luoghi e specialmente da un tal Caropo, principe epirota ch’era tenuto in molta considerazione dalle