— 165 — dal trattato di Passarovitz (a. 17x8). Vedremo a suo tempo come anche Arta, Butrinto, Prevesa e Parga vennero insieme alle dette isole in potere degli ottomani tra la fine del secolo xvm e il principio del xix. Oggidì della dominazione veneta non esistono in Albania altre vestigia che il veneto leone scolpito all’ingresso principale del castello Rosafa di Scutari, e rovine di castelli, e chiese trasformate per la maggior parte in moschee, secondo il costume dei turchi, e avanzi di costruzioni, di sculture, di iscrizioni e di stemmi veneziani (fra i quali non manca mai il leone di San Marco) ad Antivari, a Dulcigno, ad Alessio, a Durazzo, a Valotia, a Prevesa, a Parga, non che un ponte sul torrente Kiri presso Scutari detto di Ura-^Cesit ed uno sul fiume Arta ad Arta. Sarebbe altresì cosa di sommo interesse rintracciare nei veneti archivi, pubblici e privati, i documenti delle strette relazioni che per un pezzo esistettero tra Venezia e l’Albania. Molti albanesi infatti ottennero la cittadinanza veneziana e persino il titolo di nobiltà e presero dimora nelle città della Veneta repubblica; molti veneziani si stabilirono in Albania, e si strinsero frequenti parentele tra famiglie albanesi e veneziane. Tanto più utili sarebbero queste indagini negli archivi di Venezia, in quanto che andarono irremissibilmente perduti quasi tutti i documenti delle nobili famiglie albanesi, che lottarono con Giorgio Scanderbeg per l’indipendenza dell’Albania. Tra i pochi studiosi che di qualche nuova ed utile ricerca abbiano dato sinora notìzia (vedi ‘Bibliografìa)