- 2I3 - Per festeggiare l’avvenuta riconciliazione Rescid pascià invitò ad un banchetto a Monastir tutti i capi delle fare e i nobili della Toskeria. Le mense furono imbandite nell’aperta campagna ; ma durante il convito un improvviso fuoco di moschetteria e una carica alla baionetta di gente appostata seminarono la morte e il terrore fra i convitati. Si mosse a questo punto anche Mustafà; ma, al solito, era già troppo tardi. Mehemed pascià di Prizrend e Ivzi pascià di Ipek avevano promesso di secondarlo. Il primo tenne la promessa ; il secondo era un traditore. Mustafà mandò innanzi Ali bey, figlio di un brigante romeliota, con 8000 uomini per occupare Sofia, e Ali bey condusse a fine l’impresa, ma commise atroci crudeltà, che alienarono gli animi delle popolazioni già ben disposte verso il pascià di Scutari. Costui partì dalla sua capitale accompagnato da 7 pascià amici suoi con 4000 guerrieri. Alessandro il Nero, principe dei mirditi, era con lui. Senza difficoltà i ribelli s’impadronirono di Prilip, oasi albanese in mezzo a bulgari macedoni. Dopo aver perduto a Prilip in feste ed in orgie un tempo prezioso, gli albanesi procedettero innanzi ed occuparono il monte Babuscia, che domina le gole conducenti a Monastir. Rescid si mosse alla sua volta per sorprenderli e al sorger del sole era ai piedi delle alture di Babuscia. Aveva con sé 6000 nì\am (regolari), dei volontari e qualche cannone. Corse all’assalto, e la mancanza di direzione, la mitraglia dei cannoni, un terribile assalto alla baionetta dei ni\am e la defezione delle genti di Ivzi pascià misero nell’esercito di Mustafà un vero e proprio terror panico.