- 124 - giare per conto proprio cogli albanesi e special-mente con Carlo Topia. Questi ricorse per aiuto al cognato Giorgio Balscia, e Durazzo fu facilmente liberata dalla incomoda presenza di quei mercenari. I due alleati per altro non tardarono ad attaccar briga, ma Durazzo rimase a Carlo Topia (1376). Ricomparvero più tardi i Balscidi, e Balscia 11 riuscì a impadronirsi per sorpresa dell’ambita città e del suo porto (1383). Carlo Topia dovette esulare. I Turchi ottomani e la Repubblica di Venezia. — Colla conquista di Durazzo la potenza dei Balscia raggiunse il suo culmine. Carlo Topia dal canto suo ebbe allora il torto di rivolgersi ai Turchi ottomani, che dal regno di Brussa (Bitinia) nell’Asia Minore o Anatolia erano a quel tempo passati sotto il sultano Amurat o Murad I in Europa, e andavano rapidamente estendendo il proprio dominio nella penisola balcanica. Dopo parecchie piccole scorrerie i turchi invasero con grandi forze l’Albania, condotti da Chaireddin Pascià, e giunti dinanzi a Berat la presero e la incendiarono. Balscia II accorse con 11,000 guerrieri e si combattè sulle rive della Vojussa. L’esercito di Balscia II subì una grave disfatta, lo stesso Balscia fu ucciso e la sua testa chiusa in un sacco venne spedita al Sultano, come annunzio della vittoria (a. 1385). Carlo Topia riebbe Durazzo, ma i turchi imbaldanziti si spinsero fino al confluente del Drin Bianco e del Drin nero da un lato, dall’altro fin sotto Valona. La signoria del Balscia fu allora scossa gravemente, e parecchie città albanesi passarono sotto