— IS6 — quella specie di Stato federale che lo aveva eletto per suo capo. Fors’anche non ne ebbe voglia, nè è lecito affermare che, volendolo, avrebbe saputo farlo. Eroica ed immortale personificazione del valore albanese, egli non amava che la guerra, e cre-devasi predestinato a distruggere la potenza musulmana e ad annientare i nemici della fede di Cristo. Perciò non volle accettare la pace che Murad II gli offriva : perciò infranse senza scrupolo i patti giurati con Maometto II. Lui morto, la lega albanese, composta di elementi indisciplinati e tenuti insieme soltanto dalla indiscussa autorità del suo capo, si sciolse, e la fiducia degli shkipetari in se stessi, ravvivata continuamente dall’invitto eroismo del loro condottiero, venne meno. L’indipendenza dell’Albania era ormai destinata a finire. Venezia, cui l’invincibile Castriota aveva affidata la tutela dei proprii domini, ne tentò la difesa con l’aiuto dei montenegrini e di qualche capo o tribù della Shke-peria; ma furono inutili sforzi. Solo Scanderbeg sapeva vincere sempre gli sterminati eserciti degli Osmanli; ma Scanderbeg non poteva risorgere! ■Assedio e difesa di Solitari. — La guerra coi Persiani aveva impedito al sultano Maometto II di trar subito profitto dalla scomparsa deWastuto ribelle. Finalmente nel 1474 egli potè inviare alla conquista delle città albanesi tenute dai Veneziani, che accennavano a voler raccogliere l’eredità del Castriota, molte migliaia di uomini e un’artiglieria formidabile sotto il comando di Suleiman Pascià di Rumelia. Essendo doge di Venezia Niccolò Marcello, il 17 maggio 1474, i Turchi incominciarono l’assedio di Scutari, difesa appunto dai Veneziani comandati da