-9 6 — tratti in prigionia e vendati schiavi. L’Epiro, ridotto in provincia romana come l’Illirio, diventò una desolata regione, e solo seguitarono a prosperare col favore di Roma le città della costa o prossime alla costa: Avlona, Oricon, Amantia, Phoenice, Butrotum, Pandosia e la stessa Ambracia, quantunque assai decaduta dallo splendore dei tempi di Pirro. Fiorirono altresì le città costiere_dell’Illirio: Scodra, Sardos, Lissos, Dyrrachion, Apollonia, Byllis. Certo è d’altra parte che anche al tempo dei Romani le tribù illiriche ed epirote dell’interno rimasero in quella condizione di quasi indipendenza, ch’esse hanno saputo conservare più o meno attraverso a tutte le dominazioni, che si proclamarono e furono riconosciute padrone di quelle contrade. Il fatto che la lingua degli Illirici non subì radicalmente l’influenza latina è la migliore prova di siffatta affermazione. Il dominio sicuro ed assoluto della costa era quello che premeva ai Romani. Giulio Cesare infatti ridusse a colonia romana Butrotum. Più tardi delle colonie romane furono pure condotte a Scodra e ad Antibarum (Antivari). Scodra coniò persino monete proprie. D’altro canto Apollonia, Dyrrachion ed Oricon, in fondo al golfo formato dal capo Linguetta, divennero porti assai frequentati dai Romani nelle loro relazioni con la Macedonia, con la Tessaglia e in genere con tutto l'Oriente europeo. NeH’Illirio aveva perciò principio la grande strada, che metteva in comunicazione l’Oriente con i porti italiani ed illirici dell’Adriatico, la famosa Via Egnazia (Aegnalia). A Brindisi (Brundusium) infatti, sulla costa italica, faceva cape la Via Appia, e un breve tratto di mare