— 176 — Nel 1680 nuovi emigrati albanesi fondarono Ururi, ‘Porlocannone, Campomarino, ¡XContecilfone nella provincia di Campobasso e Chieuti nella Puglia (provincia di Foggia). Nel 1744, regnante a Napoli Carlo III di Borbone, gli abitanti cristiani di un paese dell’Acroce-raunia, soverchiati dai maomettani, vennero condotti da tre sacerdoti in Italia e furono collocati nel feudo di ‘Badessa già appartenente ai Farnesi di Parma nell’Abruzzo ulteriore (provincia di Teramo), e quivi fondarono il villaggio di Villa badessa. Finalmente sotto Ferdinando IV vennero gli ultimi albanesi, che si stabilirono a Brindisi. Oggidì si contano in Italia una settantina di villaggi di origine albanese : venticinque sono cristiani cattolici di rito greco unito e tutti gli altri di rito prettamente latino. Peraltro parlano la lingua albanese secondo Francesco L. Pullé, che di codesti villaggi ne omette parecchi, solo 50,000 persone (V. La Terra del Marinelli, voi. IV. L’Italia, cap. XI, Le lingue e le genti d’Italia di Francesco L. Pullé, pag. 508). Connesso alla trasmigrazione degli albanesi in Italia dopo la morte di Scanderbeg é il trasporto dell’ immagine di una Madonna detta del ‘Buon Consiglio da Scutari a Genazzano nel Lazio. Co-desta Madonna reputata miracolosa è oggetto di un culto secolare e méta di devoti pellegrinaggi per le popolazioni rurali del Lazio e degli Abruzzi. La leggenda racconta che il 25 aprile 1467, poco dopo la morte del Castriota, mentre i turchi conquistavano l’Albania e i cristiani l’abbandonavano, quella immagine per non essere profanata dagli