— 82 — pelasgiche o ciclopiche e di cui si trovano avanzi qua e là nella bassa e nell’alta Albania, cioè nella vallata di Paramitia ai piedi delle montagne di Suli, sulle due rive della Vojussa, per esempio presso il villaggio di Plotcha a 4 ore di cavallo da Valona e tra le rovine di Byllis presso Gra-ditsa, a Zalongo sulla destra del basso Luros, nelle fondazioni della piccola città di Castritsa e in alcune rovine presso la città a poca distanza dal lago di Janina, ai piedi dei monti Micicheli. In queste rovine il colonnello Leake nel 1835 aveva creduto di riconoscere gli avanzi della famosa Helia 0 Dodona. Lo stesso Leake aveva trovati, qualche chilometro a S O. di Castritsa, ai piedi dell’OZi-Isica, in una valle che prende il nome dal villaggio di Dramisious o Dramési, gli avanzi di un teatro e di due templi e aveva supposto che questo fosse il sito di Passavon, capitale dei re Molossi. Ma nuovi scavi misero quivi in luce nel 1877 non solo parecchie antichità, ma anche due tavolette ex-voto con iscrizioni a Giove Naìos o Dione e molti frammenti di tripodi. Il sito dell’antica Dodona e dell’oracolo Dodoneo è quindi oramai definitivamente accertato. Sono di costruzione ciclopica anche le parti in-eriori delle muraglie del castello di Alessio, e le reliquie del cosiddetto castello Gaetani a un’ora da Scutari. E poi facile scorgere come quel genere di costruzione non sempre appartenga, in quei luoghi, alla più remota antichità, ma siasi quivi conservato anche in tempi nei quali altrove l'arte del costruire aveva fatti notevoli mutamenti e progressi; ed è ovvio dedurne la scarsa influenza che