- >53 - Minacciato per giunta dagli Ungheresi sul Danubio e dal principe del Cherman (Caramania) in Asia, Maometto II dovette alfine anche lui, come Murad II, abbandonare l’assedio di Croja, dopo avervi senza frutto sacrificato 30,000 dei suoi, lasciando a proseguire l’assedio Balaban con 19,000 soldati. A corto di mezzi per liberarsi da questa incomoda presenza, Scanderbeg deliberò di fare un viaggio a Roma, dove ebbe una splendida accoglienza, ma non potè ottenere dal pontefice Paolo II che un lieve soccorso in denaro. Più generosa fu la Repubblica di Venezia, che a quel tempo lottava coi turchi nella Morea e che gl’inviò denari e vettovaglie, armi ed armati. Ottenuti inoltre nuovi contingenti di truppe dai capi e dalle tribù albanesi collegate, la cui fiducia in lui non aveva più limite, potè mettere insieme un esercito di 24,000 uomini, coi quali inflisse a Balaban una nuova sconfitta, in cui questo rinnegato perdette la vita. Una canzone albanese ne celebra la morte, ma senza far menzione di Scanderbeg. Essa con poca verosimiglianza attribuisce la uccisione di Balaban a un Tanusio To-pia, che sarebbe stato alla sua volta ferito a morte. Nella primavera del 1466 tornò il sultano in persona con 130,000 combattenti contro Vastuto ribelle, com’egli chiamava il Castriota, e i veneziani suoi alleati, e pose l’assedio a Durazzo. Da Durazzo passò a Croja; da Croja tornò verso Durazzo, e molestato continuamente dagli albanesi senza riuscire a nulla, dopo una breve sosta ad Elbassan riprese umiliato ed afflitto la via di Costantinopoli, lasciando ai confini un corpo di 20,000 soldati in osservazione.