— 209 — muovere l’agricoltura e i commerci, e fece di Janina una città bella e popolosa, che raggiunse sotto la sua signoria i 40,000 abitanti. Vi aveva anche istituite delle scuole elementari e secondarie ed una biblioteca. Scomparso Ali, Janina decadde rapidamente, o meglio tornò qual’era prima che Ali ne avesse fatta la capitale del suo Stato. I danni dell’assedio del 1821-22 furono gravissimi. Delle sue 16 chiese non ne rimangono che 6, rialzate dalle rovine. Sofferse parecchio anche la Moschea di Ar-slan Agà, ch’era stata costrutta nel 1712 sul posto della basilica di S. Giovanni, patrono della città e che ancora racchiude parecchie antiche colonne. Venne distrutto anche il forte Litharitza sul lago. Gli albanesi e Vindipenden\a della Grecia. — Intanto continuava l’insurrezione della Grecia, e gli albanesi, divisi purtroppo fra le milizie turche e quelle dei rivoltosi, compierono dall’una parte e dall’altra meraviglie di valore. Ma più specialmente degni di ricordo sono gli albanesi e i valachi d’Albania, che combatterono eroicamente per l’indipendenza della Grecia fra il 1821 e il 1827: primo fra tutti Marco Botzari, che passò in Grecia dopo aver invano tentata co’ suoi sulioti, morto Ali, un’ultima difesa dell’Epiro, che durante quella terribile rotta fu orribilmente devastato. Stanno a fianco di Marco altri due Botzari Nothi e Costantino e poi Tutza, gli Zavella Chistos, Cristos e Giorgio, Condurioti, Tombasi, Odisseo, Karaiskakis, Gura, Griva, Zervati, Sturnari, Jalljcosti, l’ammiraglio idriota Miaulis ed altri molti. Generalissimi dell’esercito greco furono per un cerio tempo due epiroti, Odisseo nella regione orientale, Marco Bot- 14